Sono nato a Clusone in provincia di Bergamo nel 1957.
Clusone, città dove la qualità della vita è altissima, l’aria frizzante, l’acqua purissima, il verde abbonda e il silenzio si sente.
Nota per le innumerevoli escursioni in montagna a piedi o con gli sci, accoglie uno dei festival Jazz più apprezzati d’Italia.
Dopo la maturità scientifica (sono appassionato di storia e matematica), mi sono iscritto a Relazioni Pubbliche presso lo IULM di Milano e nell’anno accademico 1977/1978 ho presentato una tesi su “Le relazioni esterne del centro Georges Pompidou (Beaubourg) di Parigi” meritandomi la lode per l’attività di ricerca svolta sul campo.
Nel frattempo svolgevo il servizio militare nei Carabinieri presso il battaglione Lombardia a Milano.
Proprio nell’anno del rapimento dell’onorevole Moro e di altri drammatici avvenimenti.
Fu un anno impegnativo, ma anche utile per temprare il carattere, imparare a vivere con gli altri, apprezzare la disciplina quando applicata con correttezza e rispetto della persona, a fare fronte a situazioni critiche e a distinguere fra leadership carismatica, autoritaria e autorevole. Con alcuni commilitoni sono ancora amico.
Mentre ero studente mi occupavo di politica locale diventando a 20 anni consigliere comunale di Clusone. Ho appreso la mediazione finalizzata comunque all’azione e alla concretezza. Da buon giovane di montagna.
Inoltre iniziavo l’attività di giornalismo come corrispondente de L’Eco di Bergamo, così da ottenere l’iscrizione all’albo dei giornalisti pubblicisti.
Questa attività mi ha consentìto di imparare l’importanza della comunicazione, della velocità nel lavoro, nella ricerca e approfondimento delle informazioni e nella creazione di un network di conoscenze per essere costantemente al corrente degli avvenimenti. La passione del giornalismo mi è rimasta nel sangue.
Furono anni entusiasmanti, dove non mancarono nè il divertimento nè lo sport, of course.
Ho trascorso due estati in UK, a Leeds, dove oltre a fare il bar tender in un ristorante, ho seguito corsi di marketing presso la locale università. Ho scoperto Londra e me ne sono innamorato a prima vista per l’ambiente cosmopolita, le occasioni di svago e cultura, il mix di tradizioni e modernità.
A 23 anni, a pochi giorni dalla tesi, sono stato assunto come Assistant Account Executive in un’agenzia pubblicitaria seguendo clienti come Citizen, Dalmine, Moquette Sit-in.
Fu una buona scuola per imparare l’importanza delle relazioni con i clienti, le tecniche di comunicazione dei vari mass-media, a fare squadra con i creativi, a gestire il capo, a ottimizzare il tempo, a rispondere presto e bene alle esigenze dei clienti. Ma soprattutto fu utile a realizzare nella pratica ciò che la scuola insegna solo in teoria.
Lavoro e non chiacchiere.
Sono poi passato dalla parte del cliente entrando come product manager in una multinazionale francese nel settore tessile con frequenti viaggi all’Head Quater.
Ho imparato a vendere con un’esperienza diretta molto formativa. Mi sono confrontato con colleghi di tutta Europa nei lavori di gruppo.
Ho cominciato a gestire collaboratori, a capire l’importanza della motivazione, del team building, dei metodi quantitativi, dell’importanza del calcolo del Roi sulle varie iniziative commerciali, a collaborare gomito a gomito col controllo di gestione.
A sentire la pressione verso fine mese per la quota! Ma anche a pianificare la mia carriera.
Sono stato poi assunto da un’altra multinazionale francese, il Gruppo Pinault-Printemps-Redoute, che in Italia gestiva vari marchi fra cui Prenatal, Vestro, Vecofin, ecc.
Ci sono rimasto 11 anni. Anni di grande entusiasmo e di realizzazione. Tant’è che a 30 anni sono diventato dirigente con la responsabilità del marketing e di un bel gruppo di collaboratori.
Sono diventato pienamente consapevole del mio valore, ma senza eccedere nel protagonismo esagerato.
Sono stato guidato da abili manager: da chi è poi diventato fondatore e presidente di Mailbox etc. di cui ho apprezzato sempre la vision, la sensibilità umana, la capacità di relazione, la leadership carismatica e autorevole; da altri top manager che mi hanno dato fiducia, mi hanno aiutato a sviluppare le competenze affidandomi compiti sempre più importanti. Erano giustamente esigenti, ma erano, altresì, giustamente sensibili agli aspetti personali. A creare un buon clima interno.
Contavano i risultati, l’eccellenza, la motivazione. Ovviamente ho vissuto anche contrasti, sfide, ma sempre superate facendo leva sul senso di appartenza.
Ricordo con piacere una sfida in auto con il responsabile dell’ufficio legale, altro cavallo rampante e scalpitante. Lo vinsi sul filo del rasoio, in foto–finish dopo aver violato, entrambi, innumerevoli codici della strada (chissà se si può dire?). Oggi è un famoso avvocato.
Anche ad Alain Minc, consulente strategico di grandi gruppi e saggista, sono grato: per avermi infuso grande fiducia nel poter gestire lavori in cui erano necessarie competenze più complesse e a livello internazionale.
Un grazie ancora lo devo ai miei collaboratori verso i quali sono stato sempre etico, mantenendo la parola data, stimolandoli, chiedendo pareri, e ottenendo l’eccellenza nelle prestazioni.
Oggi alcuni ex collaboratori sono imprenditori di successo a livello nazionale nel campo della comunicazione promozionale.
Già allora, pur non sapendolo, facevo dell’ottimo coaching e questa attitudine me la ritroverò sempre nelle mie attività manageriali.
Nel 1993 non ho saputo resistere a una proposta di Fiat Auto, e a 36 anni (il più giovane direttore) sono entrato come direttore Marca/Mercati.
Il primo impatto ha richiesto tutte le mie risorse di diplomazia, gestione dello stress, fiducia in me stesso, perché molti interni ambivano a quella posizione. Innovazione fu la linea che ho seguito per evitare di competere con colleghi che erano in azienda da anni.
È stata un scuola dura, durissima, ma estremamente formativa, essenziale.
Complessità e vastità del business, forte cultura ingegneristica, orientamento al risultato costi quel che costi, approccio quantitativo, gestione delle risorse altamente qualificate e radicate, resistenza alla fatica, allo stress, confronto con culture professionali diverse (commerciale, tecnico, finanziario, Hurman Resources, ecc.). Forte approccio analitico.
Lavori di gruppo multifunzionali e internazionali. Ho imparato, eccome.
Ho fatto tutoring per giovani assunti.
Fra gli altri progetti affidatami, vale menzionare il più importante: la ownership della piattaforma commerciale per il lancio mondiale dell’Alfa Romeo 156.
Ho nominato un team leader giovanissimo come mio braccio destro, scelto fra una rosa internazionale di candidati, che oggi è amministratore delegato di una marca di automobili dream car. Ancora un esempio di coaching. Avevo già buon fiuto per identificare i manager di razza. E non è stato l’unico che oggi occupa posizioni di top management.
Ringrazierò sempre Jim Blades, amministratore delegato della Fiat Auto inglese, per avermi insegnato a trovare sempre aspetti positivi nei lavori degli altri e a esercitare la vera critica costruttiva.
Come è buona abitudine delle grandi aziende, sono stato spedito in UK come responsabile marketing prodotti e servizi.
Ho molto apprezzato lavorare direttamente in un altro Paese, con abitudini personali e regole di mercato diverse. Con tutti i colleghi ho raggiunto il livello di redditività più alto dei mercati europei e la quota gruppo non è ancora stata superata.
Ho approfondìto con il capo inglese il vero significato di leadership autorevole, di diversity management, di motivazione, di rispetto, di programmazione del lavoro, di empowerment.
Ho visto sul viso dei collaboratori inglesi il vero dolore per la morte della principessa Diana.
Ho appreso l’importanza di fare squadra, di coinvolgere, ma anche di prendere decisioni, di fare riunioni brevi e concrete e di premiare o criticare con fair play, secondo il codice dell’understatement inglese.
Di rispettare il tempo libero dei collaboratori e il venerdì o Poet’s (“Piss-off earlier, tomorrow is Saturday”) day.
Invito alla Corte Britannica
a Saint James Palace e organizzata dalla Children Society
Durante la mia permanenza a Londra come Direttore Marketing prodotti/servizi per Fiat Auto UK, ho avuto l’occasione più unica che rara di essere presentato in forma ufficiale alla Regina Madre.
L’occasione fu una cerimonia svoltasi presso la sede della Corte Britannica a Saint James Palace e organizzata dalla Children Society, di cui la Regina madre era la patronessa.
Per ogni auto venduta, Fiat donava alcune sterline in beneficienza proprio alla Children Society.
In quell’anno avendo ottenuto un buon successo di vendita, la somma versata ci pose come i maggiori benefattori della Children .Society.
Pertanto, come Direttore Marketing venni invitato ufficialmente a Saint James Palace ed ebbi l’onore di incontrare personalmente la Regina Madre, amatissima da tutti i sudditi.
L’incontro venne preparato dal ciambellano che istruì le settepersone che dovevano incontrare Sua Maestà all’etichetta di corte.
Mi spiegò che all’entrata della Regina avrei dovuto abbassare il capo, pronunciare “Your Majesty” e afferrare delicatamente la mano guantata che mi porgeva. Quindi, sarebbe seguito il saluto alla Principessa di Glouster, dama di compagnia, con un “Royal Highness”.
Sarebbe seguita una domanda da parte della Regina Madre a cui rispondere brevemente.
E così avvenne.
L’entrata nella sala del trono venne annunciato da squilli di tromba e il piccolo corteo si avvicinò ai presentandi. Prima di me c’erano il Duca e la Duchessa di Suffolk, di certo più a loro agio con questi rituali, e poi, col cuore palpitante, toccò a me.
Fortunatamente non feci confusione fra i saluti e la domanda cui risposi verteva sull’impegno di Fiat nel sociale, un compito etico per cui l’azienda si prodigava, senza enfasi e ostentazione, da tempo.
Forse incuriosisce sapere che dopo la presentazione ufficiale a Sua Maestà, si acquisisce il diritto di chiamarla “Madame”, pronunciato “Marm”.
Dopo le presentazioni ufficiali, la cerimonia proseguì con un cocktail aperto anche agli altri 150 invitati all’avvenimento.
Mi piacciono le tradizioni inglesi, la valorizzazione della storia di un grande Paese, lo stile impeccabile delle cerimonie e, diciamolo, anche un po’ di pompa magna. Quest’ultima riservata solo ai reali, simboli dell’unità di inglesi, gallesi, scozzesi e irlandesi del Nord.e riconosciuti anche oggi come capi di stato da molti Paesi del Commonwealth.
Ho vissuto un’emozionante esperienza che ricordo sempre con grande piacere.
Vivere a Londra, a Chelsea, fu fantastico. Una città che offre tutto, ma proprio tutto.
Dinamica, al centro del mondo, che ti fa sentire là dove le cose succedono nella musica, nell’arte, nel business, diritti sociali, ecc. Ma che devi scoprire tu.
Diversa dall’affascinante Parigi, visitata 123 volte, che mostra le proprie strabilianti bellezze a tutti. Londra va scoperta, ti richiede questo piacevole impegno. Ti ricambia facendoti sentire a casa, accogliendoti, proponendoti una scoperta dietro l’altra. La prossima volta che ci andate, visitate Leighton House e cenate al Collection e poi, beh …secondo i vostri gusti.
Giulio Ardenghi interviene alla 2th International Environmental Conference & Exhibition a Singapore
Come manager di linea e poi come specialista di business coaching ho avuto la grande opportunità di portare la mia esperienza operativa sia in contesti universitari che professionali e sociali.
Ne riporto i principali:
Workshops in azienda su La vendita a distanza in collaborazione col Prof. Carli docente di Marketing all’Università di Parma e direttore del Laboratorio di Marketing, 1988-89; 1990-91;
Conferenze e relazioni su Motivazione e forza vendita, La promozione alla vendita, Innovazione nei processi di vendita tenute all’Università di Bergamo in collaborazione col Prof. Danilo Verga 1993, 1994, 1996;
Conferenza su Innovation technologique: un défi pour les pays émérgeants tenuta al Politecnico (ENIT) di Tunisi, 1994;
Docente di Marketing dei Canali Distributivi alla Scuola di Amministrazione Aziendale di Torino, anno accademico 1995, col prof. Benevolo;
Conferenza su Crisi e reattività strategica tenuta presso la Banca Popolare di Verona per l’Unione Industriali del Triveneto, 1995:
Conferenza su Innovare per vincere:il caso Fiat Auto organizzata dal Lions Club, 1999;
Relazione su I Nuovi Media, e Start up: un’opportunità imprenditoriale per le nuove generazioni, tenuta all’Università di Bergamo in collaborazione col prof. Danilo Verga, 2001, 2002;
Conferenza su Coaching d’Impresa e di Progetto tenuta a Padova nell’ambito della mostra internazionale Inprinting Enjoy the digital community, Aprile 2004;
Conferenza su Sustaining Green Living Environment in collaborazione con Singapore Technologies tenutasi a Singapore nel Novembre 2005 nell’ambito della 2th International Environmental Conference & Exhibition;
Due Workshop sull’autostima nel 2008 e 2009 tenuti presso l’A.S.A (Associazione Solidarietà AIDS) di Milano e presso l’Istituto Hoffman;
Workshop su Ethic & Media, a challenge for a better world , New York, 2008, organizzata da Images & Voices of Hope.
Ho anche avuto l’opportunità di svolgere attività operativa di benchmarking nelle seguenti aziende: Microsoft (USA), I.B.M.(U.S.A), Chrysler (U.S.A), General Electric (U.S.A), Group La Redoute (Francia), e in aziende medie e piccole ma best in class in Austria, Svezia, Svizzera e Italia.
Nell’anno 1999 ho incontrato a Londra chi mi ha aperto nuovi orizzonti personali prima e professionali dopo. Con estrema soddisfazione.
Un noto psicoterapeuta è diventato mio carissimo amico e mi ha insinuato il piacere di scoprire la psicologia e l’importanza della conoscenza di sè. Ha trovato terreno molto fertile.
È proprio vero il detto che dice “il maestro arriva quando l’allievo è pronto”.
Così che al rientro in Italia, anche continuando a lavorare in azienda, ho seguito 4 anni di studi di P.N.L. presso l’Istituto PNLMETA di Milano, avendo come maestri Francesca Cantaro e Gianni Fortunato.
Ho avuto l’occasione di incontrare due volte i fratelli Dilts e Goleman.
Ho ottenuto l’Advanced Master in Programmazione Neuro Linguistica, oltre che essere diventato Operatore della Relazione d’Aiuto.
Ho seguito studi di Gestalt e di Analisi Transazionale. Psicogenealogia e Psicomagia con Jodorowsky (il magico Alejandro Jodorowsky!).
Ho sperimentato L’Hoffman Quadrinity Process.
Fino a diventare Professionista Diplomato nel Counselling.
È stata una corsa incredibile ma pianificata, dove ogni tassello si incastrava perfettamente sulle conoscenze precedenti. Dovevo prepararmi alla mia nuova mission, una pulsione interna mi motivava e spingeva (a volte atterrato a Malpensa dopo un viaggio da Seoul o Singapore dove lavoravo in un team con General Motors, andavo a seguire i corsi), senza sosta, a perdifiato.
Ho appreso le tecniche, i metodi per essere efficace nell’ascolto, nella comunicazione interpersonale, nel far venire a galla i veri “mal di pancia”, nel rinforzare le risorse innate, nello smottare convinzioni e comportamenti limitanti o sabotanti, nel liberare da dipendenze, nell’accompagnare gli interessati in un cammino di crescita personale e di soluzione dei problemi, sempre nel rispetto ecologico di chi aveva di fronte.
Io stesso ho seguito un percorso di analisi. E quindi tirocinio di counselling presso uno psicologo e il volontario presso l’ASA (Associazione Solidarietà AIDS) di Milano. Quest’ultima è stata una delle attività più arricchenti sia da un punto di vista personale che professionale.
Ho acquisìto così un nuovo know-how: la conoscenza dei meccanismi che regolano l’animo umano, le emozioni, le paure.
Indispensabile, con l’esperienza diretta d’azienda, per chi si vuole occupare di business coaching.
Ho iniziato a seguire diverse persone, soprattutto in ambito business, con problemi di autostima, stress, leadership, dipendenze e programmazione della propria carriera. I risultati sono stati davvero incoraggianti.
Dopo essere diventato direttore commerciale nella grande distribuzione e poi direttore generale per una società di nanotecnologie applicata a prodotti ecoattivi, ho pianificato la mia trasformazione da manager a coach aziendale e ho così iniziato professionalmente una nuova sfida ricca di risultati e riconoscimenti, mentre la mia vita personale continuava più serena e soddisfacente.
La mia mission si può sintetizzare in “Pragmatismo con il cuore”: aiutare cocretamente i manager e le persone che vogliono superare momenti e situazioni spiacevoli, a sviluppare competenze, migliorare la fiducia in sè stessi, trovare un sano equilibrio fra vita professionale e privata, far emergere e allineare consapevolmente i propri valori con quelli aziendali, far fronte a momenti di stress o di situazioni critiche, a migliorare la comunicazione, a far emergere ed esercitare le doti di un vero leader, a rispettaresi e volersi bene.
Negli anni ho continuato a coltivare la mia passione per i viaggi, ho tenuto per anni la mia Land Rover (amatissima) a Tunisi per spostarmi nel deserto algerino e libico.
Salire e scendere dalle dune e la notte toccare le stelle con un dito.
Girando per il mondo, mi sono piaciute in particolare queste città: Vancouver perché fresca, accogliente, immersa nella natura e destrutturata; Luan Prabang perché ricca di spiritualità e di un’atmosfera fine e gentile, Isfahan per la bellezza delle sue preziose moschee e la sublime arte Farsi. Anche se Clusone rimane il mio mito.
Ho dormito in una yurta a 2000 mt sul livello del mare sulle montagne dell’Iran del Nord circondato dai lupi (ma non abbiamo ballato insieme), ho disceso il Mekong in Laos, ho incontrato guerriglieri in Guatemala, ho attraversato il deserto del Sudan (faticoso) per visitare le piramidi dei faraoni neri e ho sfidato e battuto il capo scorta in Yemen al tiro col kalashnikov (mai usato in precedenza, la fortuna del principiante).
Pratico regolarmente la meditazione Raja Yoga che mi permette di generare pensieri positivi, scartare pensieri inutili (avrei potuto, avrei dovuto, etc.) o legati al passato per accedere al proprio io vero ed essenziale e connettersi con l’immanente, fonte di energia positiva, di calma e serenità.
Ho frequentato la World Spiritual University a Oxford dove ho avuto modo d’incontrare persone eccezionali per levatura morale, saggezza spirituale e conoscenza dell’animo umano.
Sono diventato vegetariano e non rinuncio alla polenta.
Conosco bene l’inglese e il francese e ho tenuto corsi alla Scuola di Amministrazione Aziendale di Torino e al Politecnico di Tunisi, per le università di Bergamo e di Parma.
Ho trovato anche il tempo per innamorarmi con reciproca soddisfazione morale e sentimentale.
Ho avuti le mie ferite che, per fortuna, si sono cicatrizzate.
E custodisco come dono prezioso il più bel complimento che abbia mai ricevuto: “You are a beautiful mind”. Da Gary Malkin, produttore, compositore e speaker vincitore di numerosi Emmy Awards, in occasione di un seminario sull’etica nei media a New York. Per il modo in cui ho sviluppato il tema della libertà di espressione basata sull’etica.
MI piace citare alcune esperienze recentissime di aiuto spontaneo verso gli altri.
Nel prenotare un viaggio nell’oasi di Siwa la gentile signorina all’altro capo del telefono mi ha confidato il suo stato di stress. Dopo quasi 30 minuti su come superare uno stato emotivamente pesante. le ho suggerìto un paio di esercizi da fare anche sul posto di lavoro e… ho ottenuto uno sconto di 100 euro sul viaggio.
La stessa cosa mi è accaduta nel prenotare una visita radiologica, l’addetta alla prenotazione ha avuto un approccio un po’ “forte”, con calma mi sono fatto dire come mai quel giorno fosse così irascibile.
“Questa crisi mi mette ansia, mi crea un senso di precarietà e di vuoto, soprattutto in questo periodo di feste”. Anche in questo caso dopo aver ascoltato la signora (chissà nel frattempo la coda di chiamate in attesa!) le ho suggerito di premiarsi, di regalarsi qualcosa a cui pensava da tempo, meglio un piccolo oggetto, scelto con cura, da portare con sè, un ciondolo, un anello, ecc.
Perché è proprio in un momento di crisi che occorre regalarsi qualcosa nel segno dell’abbondanza, del volersi bene, del rispetto di sè, ricercando le qualità intrinseche e ricordandosele ogni giorno. L’oggetto fa da ancoraggio in questo senso.
L’ultimo recente episodio è successo in un ristorante macrobiotico, dove il vicino di tavolo, un giovane di circa 30 anni mai incontrato prima, mi ha rivolto la parola “perché ha una faccia che ispira fiducia” e mi ha raccontato la propria vita e i problemi del cambio di direzione che voleva prendere. Dopo un lungo e attento ascolto, sono seguite pochissime parole. Il giovane in effetti ha lasciato il lavoro che non lo soddisfaceva più e ha ripreso i propri studi di giurisprudenza.
Questi episodi veri sono significativi di come si possa attirare e meritare la fiducia degli altri se si presta loro attenzione, li si valorizza anche solo dedicando qualche minuto d’ascolto attento.
Un dono naturale? O un’attitudine che si può acquisire? La risposta qui non è importante. Certo una spiccata sensibilità aiuta a capire, a “sentire” su di noi cosa si muove nell’animo altrui.
Attenzione a empatizzare e a non accollarsi le zavorre emozionali degli altri.
Ora non faccio più coaching “spontaneo” (amici, estranei ecc.) dopo le dieci di sera 😉
P.S. Sono stato scelto come uomo di stile di settembre della rivista mensile Class. Mi hanno dedicato un servizio in questo numero speciale.